diretto da Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini
Via Abbazia,10 – Treglio
Da “Morire è un attimo” di Giorgio Ballario
Di e con Stefano Angelucci Marino
Produzione Teatro del Sangro
“Morire è un attimo” (2008, Edizioni del Capricorno) è il primo romanzo giallo a tinte noir scritto da Giorgio Ballario sulla figura e le avventure del Maggiore Aldo Morosini. Siamo in Eritrea, 1935. L’Italia mussoliniana prepara la guerra d'Abissinia. Massaua - perla del Mar Rosso e fiore all’occhiello della prima colonia italiana - è scossa da due brutali omicidi: un noto imprenditore cittadino e un impiegato di banca vengono trovati decapitati. I sospetti si concentrano sugli agenti del Negus etiopico Hailé Selassié, coinvolti nelle settimane precedenti in sanguinosi scontri di frontiera con le truppe italiane. Ma Aldo Morosini, maggiore dei Reali Carabinieri, non è affatto convinto di questa versione di comodo. Il Maggiore Aldo Morosini racconta in prima persona le indagini e i fatti che lo hanno visto protagonista. Dopo varie destinazioni, muovendosi su e giù per lo stivale, ha deciso di chiedere il trasferimento in Africa sperando nella possibilità di un avanzamento nella carriera ma anche sognando l’avventura in un paese sconosciuto, ed è stato assegnato al Comando di Massaua della Benemerita. Al di là del ruolo, indispensabile per condurre le indagini, è un simbolo positivo del militare e funzionario pubblico dell’epoca, che non è un Superman ma un uomo normale, scaraventato in un mondo completamente diverso dal suo. Morosini è un misto di umanità, senso del dovere, malinconia e concretezza che forse rispecchia le caratteristiche salienti degli italiani di ogni tempo e latitudine. Pur non essendo un fascista convinto, Morosini crede nei valori della sua epoca: nella patria, nel ruolo dello Stato, nell’onore, nella famiglia. Però ci crede a modo suo, è senza illusioni, per certi versi anche disilluso. Eppure rimane al suo posto, stoicamente e caparbiamente anche quando vorrebbe lasciar tutto e fuggire via. Tra insicurezza, dilemmi e qualche punto debole, Morosini ostenta fermezza, rettitudine, onestà intellettuale e senso del dovere, senza mai esasperare. Sbalorditivi i suoi due assistenti, il piemontesissimo maresciallo Barbagallo e il portentoso e taciturno sciumbasci Tesfaghì. Stefano Angelucci Marino inventa una restituzione teatrale del romanzo di Giorgio Ballario molto particolare, portando il Maggiore Aldo Morosini a raccontare e rivivere la sua storia in un “teatro da camera”, creando un ambiente intimo, evocativo.